Tariffe di terminazione, pratiche commerciali scorrette, caro SMS: le critiche dei MVNO all’AGCOM

Con la Delibera AGCOM 599/18/CONS pubblicata ieri, si conclude la revisione dell’analisi dei mercati dei servizi di terminazione delle chiamate vocali su singola rete mobile che riguarda i 4 principali gestori di rete mobile (TIM, Vodafone, Wind Tre, iliad) e i Full MVNO, ovvero quelli definiti dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni come i 12 mercati rilevanti dei servizi di terminazione di chiamate vocali su singola rete mobile.

Si tratta di tutti quegli operatori di telefonia mobile che, secondo l’AGCOM, “detengono significativo potere di mercato nei mercati rilevanti” (qui sotto l’elenco completo). 

Obblighi degli operatori

I 12 operatori di telefonia mobile (appena citati) aventi significativo potere di mercato nei mercati rilevanti sono soggetti ai seguenti obblighi:

  1. accesso e uso di determinate risorse di rete (i 12 operatori notificati sono soggetti all’obbligo di accesso e di uso delle risorse di rete necessarie alla fornitura del servizio di terminazione di chiamate vocali su propria rete mobile, nonché dei relativi servizi accessori);
  2. trasparenza nella fornitura del servizio di terminazione di chiamate vocali su propria rete mobile e dei relativi servizi accessori (i 12 operatori notificati pubblicano, sul proprio sito
    web, un’offerta di riferimento sufficientemente disaggregata con validità annuale, contenente le condizioni tecnico-economiche dettagliate di fornitura del servizio di terminazione di chiamate vocali su propria rete mobile, nonché dei relativi servizi accessori);
  3. non discriminazione (i 12 operatori notificati sono soggetti all’obbligo di non discriminazione nella fornitura del servizio di terminazione di chiamate vocali sulla propria rete mobile e dei relativi servizi accessori; praticano condizioni di natura tecnica ed economica equivalenti in circostanze equivalenti nei confronti di altri operatori che offrono servizi equivalenti e forniscono a questi ultimi servizi e informazioni alle stesse condizioni garantite alle proprie funzioni commerciali, a società controllate, collegate e controllanti);
  4. controllo dei prezzi (i 12 operatori notificati sono soggetti all’obbligo di controllo del prezzo del servizio di terminazione vocale sulla propria rete mobile, per le chiamate originate da clienti di operatori intra-UE/SEE e all’obbligo di controllo del prezzo del servizio di fornitura del kit d’interconnessione ai fini della terminazione vocale sulla propria rete mobile, per le chiamate originate da clienti di operatori intra-UE/SEE).

Tariffe di terminazione

Nella Delibera vengono inoltre definite quelle che sono le tariffe di terminazione su singola rete mobile in centesimi di euro al minuto dal 2018 al 2021. I 12 operatori (MNO e Full MVNO) notificati praticano, per la fornitura del servizio di terminazione di chiamate vocali sulla propria rete mobile, prezzi non superiori a quelli riportati qui di seguito, con decorrenza dal 1° gennaio 2018.

  • dal 1° gennaio 2018: 0,98 €cent/min.
  • dal 1° gennaio 2019: 0,90 €cent/min.
  • dal 1° gennaio 2020: 0,76 €cent/min.
  • dal 1° gennaio 2021: 0,67 €cent/min.

Critiche da parte dei MVNO

Non sono naturalmente mancate le critiche da parte di diversi operatori mobili virtuali all’AGCOM, che ha individuato un mercato rilevante per tutti gli 8 Full MVNO italiani.

La domanda che per primi ci poniamo è: quale rilevanza può avere ad esempio un Full MVNO come Vectone Mobile che non ha ancora debuttato sul mercato? O realtà con quote di mercato davvero marginali?

Per alcuni operatori  le condizioni del mercato degli MVNO in Italia riportate nel testo sottoposto a consultazione non forniscano una corretta descrizione della realtà del mercato e, pertanto, non concordano con le conclusioni dell’Autorità in merito.

In particolare, tali operatori evidenziano anzitutto che nel periodo 2014-2016 la quota di mercato complessiva degli MVNO è rimasta pressoché stabile, passando da 7,4% a 8,4%, mentre nello stesso arco di tempo c’è stata una sostanziale riduzione delle quote in termini di ricavi, diminuiti da circa 548 a circa 514 milioni di euro. Inoltre, evidenziano che a dieci anni dall’ingresso nel mercato, avvenuto a seguito dei provvedimenti dell’AGCM, gli operatori virtuali non sono cresciuti in maniera significativa nel mercato.

Inoltre, i dati relativi all’ARPU dimostrerebbero, secondo vari operatori virtuali, la difficoltà degli MVNO a competere nel mercato finale, dal momento che nel periodo 2014-2016 i ricavi unitari degli operatori virtuali si riducono del 17% circa a fronte di un aumento del 4% del corrispondente valore degli MNO.

Un operatore non concorda con l’Autorità sulla constatazione che i Full MVNO possono beneficiare delle stesse economie di scala e varietà degli MNO. In particolare, l’operatore evidenzia l’asimmetria esistente nella struttura dei costi delle due categorie di operatori, laddove gli ospitati:

  1. corrispondono agli ospitanti una tariffa di airtime che può essere superiore alla tariffa di terminazione;
  2. sostengono i costi fissi e variabili di accesso all’infrastruttura di rete dell’ospitante;
  3. corrispondono all’ospitante la tariffa all’ingrosso per il roaming internazionale, pur dovendo applicare al proprio cliente all’estero le stesse condizioni economiche previste in Italia;
  4. non sono in grado di utilizzare in maniera flessibile le componenti di rete funzionali alla fornitura del servizio di terminazione, dal momento che non dispongono del controllo dell’infrastruttura di accesso;
  5. non possono rivolgersi ad altri MNO per la selezione di un mix efficiente di risorse di rete.

Inoltre, evidenzia che il concetto di economie di scala, ovvero la diminuzione dei costi medi di produzione in relazione alla crescita della dimensione degli impianti, è applicabile a un MNO ma non a un MVNO, tanto che l’economia di scala raggiunta dagli ospitanti non ha alcuna influenza positiva sull’importo contrattualmente dovuto dall’ospitato all’ospitante. Tale condizione si traduce in una minore competitività economica dei virtuali.

Dello stesso avviso sono anche altri operatori, secondo cui nonostante la crescita dei volumi di traffico voce e dati registrata negli ultimi anni gli operatori ospitati non sono riusciti a ottenere un miglioramento delle condizioni economiche praticate dagli ospitanti.

Secondo alcuni operatori, la scarsa concorrenza tariffaria si manifesta soprattutto nelle contrattazioni commerciali per le condizioni di accesso alla rete mobile, laddove gli operatori ospitanti, in virtù della propria posizione di forza rispetto agli ospitati e dell’assenza di vincoli regolamentari, rivendono i servizi voce, SMS e dati su rete mobile non a prezzo di costo, bensì a valori commerciali.

Tale situazione, secondo i suddetti soggetti, avrebbe determinato l’uscita dal mercato di diversi operatori virtuali e pertanto essi ritengono necessario che l’Autorità analizzi il mercato dell’accesso all’ingrosso alla rete mobile, al fine di valutare la possibilità di una regolamentazione exante volta a creare le condizioni necessarie a garantire un mercato più concorrenziale per gli MVNO.

Un altro operatore sottolinea che in alcuni contratti tra ospitato e ospitante la tariffa di airtime è superiore alla tariffa di terminazione, determinando per il virtuale una perdita economica che cresce all’aumentare delle chiamate ricevute dai propri clienti.

L’operatore, pertanto, ritiene che, al fine di ottimizzare i vantaggi per i clienti finali, l’Autorità eserciti i propri poteri ponendo l’attenzione sulle condizioni tecniche ed economiche relative ai servizi, compreso l’airtime, sottesi al servizio di terminazione oggetto della presente analisi. Inoltre, chiede all’Autorità di aprire appositi procedimenti e/o tavoli tecnici sui temi dell’airtime e sui servizi voce, SMS e dati sotto il profilo tecnico ed economico, al fine di evitare gli squilibri che attualmente caratterizzano i rapporti tra MNO e MVNO e che si ripercuotono sugli utenti finali.

Un operatore ritiene necessario, che venga verificato l’effettivo livello di competitività tra MNO e full MVNO in termini di prezzi d’interconnessione e, in generale, di costi necessari per fornire i servizi mobili. L’operatore auspica, alla luce dei risultati ottenuti, l’adozione di correttivi da parte dell’Autorità, al fine di poter garantire un’effettiva concorrenza tra gli operatori mobili.

Diversi operatori hanno poi evidenziato come in molti Paesi le tariffe di terminazione del periodo 2018-2020 sono significativamente inferiori a quelle proposte dall’Autorità nel documento sottoposto a consultazione. Gli operatori hanno sintetizzato le tariffe in questione in una figura riportata di seguito.

Benchnark sulle tariffe di terminazione

Ancora, tali operatori rilevano che tutte le recenti decisioni delle ANR europee prevedono, già a partire dal 2018, una riduzione percentuale delle tariffe di terminazione dell’ordine del 30-40%, che risulta superiore a quella proposta dall’Autorità nello schema di provvedimento sottoposto a consultazione.

Infine, alcuni operatori virtuali evidenziano che già nel 2017 la tariffa italiana è ampiamente superiore alla media europea, pari a 0,78€cent/min. Inoltre, secondo tali operatori, il glide path proposto in consultazione porterebbe a un aumento nel tempo della differenza tra la tariffa italiana e la media europea (Italia esclusa), come riportato nella tabella seguente.

Confronto tra MTR proposta in Italia e i valori europei

Tariffe proposte dai MVNO

Alcuni operatori mobili virtuali hanno proposto all’AGCOM una modifica delle tariffe di terminazione per il periodo 2018-2021. In particolare, il costo totale della rete è stato determinato utilizzando come punto di partenza i costi del 2014 calcolati come prodotto tra la tariffa di terminazione allora vigente (pari a 0,98€cent/min) e la stima dei volumi di traffico terminati in quell’anno; tale costo è stato efficientato stimando una riduzione annuale dei costi di rete del 1%, considerata prudenziale dai suddetti operatori.

I costi annuali così determinati sono stati divisi per i minuti di terminazione voce stimati in modo da ottenere una stima dei costi unitari di terminazione per il periodo 2018-2021. I valori così determinati dagli operatori sono riportati qui di seguito:

  • dal 1° gennaio 2018: 0,58 €cent/min.
  • dal 1° gennaio 2019: 0,50 €cent/min.
  • dal 1° gennaio 2020: 0,43 €cent/min.
  • dal 1° gennaio 2021: 0,37 €cent/min.

Quella riportata in tabella invece, la situazione a gennaio 2018 delle tariffe di terminazione di ben 37 paesi.

Benchmark europeo delle tariffe di terminazione mobile

Benchmark europeo delle tariffe di terminazione mobile (dati BEREC)

Pratiche commerciali scorrette

L’AGCOM ha ricevuto diverse segnalazioni di possibili pratiche commerciali aggressive adottate nei confronti dei MVNO, per le quali è stata avviata una specifica attività di vigilanza. In linea generale, l’Autorità ritiene che una simile condotta, laddove confermata dagli esiti delle attività di vigilanza ancora in corso, denoti una scarsa trasparenza in relazione al modo in cui sono reperite le informazioni sui clienti degli operatori mobili virtuali.

AGCOM ritiene che, ferma restando la libertà commerciale degli MNO, una simile pratica possa essere contraria all’interesse primario di garanzia della concorrenza e della pluralità di offerte da parte di più soggetti. Appare evidente, infatti, che i vincoli commerciali degli MVNO nei confronti degli ospitanti, anche in relazione alle caratteristiche dell’offerta, non consentono a questi di reagire efficacemente alle offerte aggressive nei confronti dei loro clienti.

L’Autorità ha adottato la delibera n. 135/18/CIR recante un atto di indirizzo in cui si chiarisce a tutti gli operatori mobili che, in attuazione di quanto previsto dall’art. 41, comma 3 del Codice, è fatto divieto di utilizzare, per fini di contatto commerciale, i dati e le informazioni acquisite attraverso l’accordo quadro MNP e, in particolare, i dati e le informazioni contenuti nel database (Gateway MNP) in uso ai fini della corretta gestione della MNP e dei conseguenti instradamenti.

Costo eccessivo degli SMS

Diversi operatori ritengono che il mercato della terminazione degli SMS in Italia non sia concorrenziale e chiedono che sia pertanto sottoposto a regolamentazione ex ante.

In base ai dati del report del BEREC sul benchmark periodico delle tariffe di terminazione in Europa, diversi operatori ritengono la tariffa media di terminazione degli SMS in Italia eccessivamente elevata rispetto alla media europea, dal momento che nel 2017 terminare un SMS costava mediamente 3,22 €cent in Italia a fronte di una media europea semplice di 2,4 €cent.

Un operatore evidenzia anche che il tetto massimo all’ingrosso applicabile dagli operatori stranieri per il traffico SMS di clienti in roaming, pari a 1 €cent, è nettamente inferiore al prezzo nazionale di terminazione degli SMS.

Vari operatori richiamano poi quanto emerso nei procedimenti dell’AGCM contro Vodafone Italia e Telecom Italia, evidenziando come entrambi gli operatori applicavano, alle proprie divisioni interne, prezzi inferiori a 1 €cent per la terminazione degli SMS e prezzi nominali al dettaglio compresi tra 2,6-2,9 €cent per SMS; tale valore risultava ridotto a 2,3-2,6 €cent/SMS per effetto di vari meccanismi di sconto.

Secondo suddetti soggetti, le conclusioni dei citati provvedimenti Antitrust confermerebbero l’esistenza di un significativo potere di mercato detenuto dagli operatori nel mercato della terminazione SMS.

Vari operatori evidenziano, quale ulteriore elemento di criticità, l’asimmetria nei volumi di traffico scambiati tra MNO e MVNO che, sommata alla circostanza che gli MVNO sono meri compratori di terminazione SMS, consente agli ospitanti di sfruttare le tariffe di terminazione per ostacolare l’ingresso dei virtuali nel mercato al dettaglio.

Secondo tali operatori, infatti, a parità di numero complessivo di messaggi inviati, gli operatori caratterizzati da uno sbilanciamento degli SMS uscenti verso la direttrice off-net pagano, per la terminazione, un ammontare nettamente superiore a quello degli operatori con un’elevata percentuale di SMS on-net.

Alcuni operatori ritengono che l’Autorità dovrebbe includere la terminazione SMS nella definizione del mercato e imporre l’obbligo di orientamento al costo sulla terminazione SMS, al fine di garantire condizioni concorrenziali eque nel mercato al dettaglio agli altri operatori.

L’AGCOM su questo punto non ravvisa la necessità di imporre una regolamentazione ex-ante, quindi non ci sarà nessun intervento in merito.

Come facilmente intuibile dai dati riportati fin qui, per gli operatori mobili virtuali rimarrà ancora molto difficile poter rispondere tempestivamente alle offerte aggressive proposte dai 4 gestori di rete e l’AGCOM non sembra particolarmente propensa ad intervenire per migliorare le condizioni di business di queste realtà più piccole ma che fino ad oggi hanno permesso a tanti consumatori italiani di risparmiare.

A questo link è possibile scaricare e consultare il documento integrale di 169 pagine.


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6 Risposte

  1. Pier ha detto:

    Non c’è il mio commento

  2. Pier ha detto:

    L’inutilità al potere, le denunce più burocratiche del mondo, tanto che non si riescono a fare vedasi anche commenti di moltissime associazioni consumatori e altro ancora ecc.ecc.

  3. Bruno ha detto:

    A volte mi domando come facciano a sopravvivere i nostri MVNO con certo ostruzionismo da parte dei gestori di rete e l’inutilità (perché di questo si tratta) di una Autorità come l’AGCOM. A questo punto tanto vale chiuderla.

  4. MICHELE ha detto:

    @Redazione

    Al link citato non c’è il PDF menzionato

    https://www.mvnonews.com/file/delibera599-18-cons

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